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Comunicato stampa del 19 gennaio 2022 - “Accertamento della morte secondo il criterio cardiocircolatorio e ‘donazione controllata’: aspetti etici e giuridici”

In data odierna è stato pubblicato sul sito istituzionale alla pagina https://bioetica.governo.it/it/pareri/pareri-e-risposte/accertamento-della-morte-secondo-il-criterio-cardiocircolatorio-e-donazione-controllata-aspetti-etici-e-giuridici/ il parere “Accertamento della morte secondo il criterio cardiocircolatorio e ‘donazione controllata’: aspetti etici e giuridici”, approvato all’unanimità nel corso della Plenaria del 9 dicembre 2021.

Il parere tratta il problema dell’accertamento di morte secondo il criterio cardiocircolatorio e la “donazione controllata” che riguarda i pazienti che muoiono nelle strutture sanitarie in terapia intensiva, per i quali la morte è successiva alla limitazione dei trattamenti e alla sospensione dei trattamenti, per constatata inefficacia e non proporzionalità dal punto di vista dell’esito clinico o per decisione del paziente (rifiuto o rinuncia, disposizioni anticipate di trattamento o pianificazione condivisa delle cure).

Il criterio cardiocircolatorio e la donazione degli organi “a cuore fermo” nella fattispecie “non controllata” o “inattesa”, fu iniziata in Italia nel 2009, presso il Policlinico San Matteo di Pavia (Protocollo Alba). Successivamente nel 2015, presso l’Ospedale San Giovanni Bosco di Torino, ebbe inizio nel nostro Paese la donazione a cuore fermo “controllata” o “attesa”. Il CNB intende ora esaminare proprio quest’ultima situazione, che negli ultimi anni è stata oggetto di una diffusione crescente in tutto il mondo e, in particolare, anche sul territorio nazionale. Tale forma di donazione ha consentito un maggiore numero di donatori, grazie ad alcuni fattori (in specie i progressi della chirurgia dei trapianti e delle tecniche di conservazione degli organi, in particolare la perfusione strumentale, che consente la irrorazione degli organi) ma anche, in alcuni contesti, il miglioramento della organizzazione.

Il CNB intende con questo parere svolgere una analisi e una chiarificazione degli aspetti bioetici emergenti circa la problematica della donazione di organi attraverso il criterio di una morte attesa in terapia intensiva.

Il CNB raccomanda di:

“1= promuovere una adeguata, aggiornata e completa informazione ai cittadini per una scelta libera e consapevole della donazione degli organi dopo l’accertamento di morte secondo il criterio cardiocircolatorio;

2= considerare sempre come essenziale la ‘regola del donatore morto’ (dead donor rule) e il mantenimento di un tempo congruo di osservazione stabilito dai medici (di 20 minuti per l’accertamento dell’avvenuta morte);

3= garantire sempre l’indipendenza tra il momento della decisione di interrompere trattamenti sanitari di sostegno vitale (in seguito alla valutazione della futilità/inefficacia dei trattamenti o all’accoglimento del rifiuto o rinuncia ai trattamenti o ancora all’assunzione delle DAT) e la valutazione della possibilità della donazione di organi; è opportuno richiedere il parere di un servizio di consulenza etica o di un comitato di etica clinica, se presenti nella struttura e compatibilmente con la tempistica molto ristretta;

4= garantire l’indipendenza tra la figura del curante che gestisce la persona in terapia intensiva e la figura di colui che subentra come coordinatore delle donazioni, tra l'équipe di perfusione e l'équipe dei chirurghi che effettua il prelievo;

5= considerare la persona come un donatore, nel caso vi sia stata manifestazione positiva in vita o i familiari aventi diritto non abbiano espresso opposizione alla donazione;

6= informare il paziente donatore, in stato di coscienza, o il suo fiduciario nel caso di DAT o i familiari sulle procedure mediche a cui il morente verrà sottoposto, nonché sulla natura e sulle circostanze del prelievo; l’informazione deve avvenire prima della sospensione dei supporti vitali e prima che inizi il periodo agonico;

7= legittimare alcuni interventi sul paziente (somministrazione di eparina, utilizzo di sonde/guide intravascolari di limitato calibro, ecc.), nella misura in cui siano necessari e proporzionati, non lo danneggino, non causino sofferenza, non interferiscano con il processo del morire (ossia non accelerino la morte) e siano oggetto di adeguata informazione;

8= avvalersi, nei Centri nei quali viene attuata la donazione dopo l’accertamento della morte tramite arresto cardiocircolatorio, sia con modalità controllata sia con modalità non controllata, di personale qualificato e addestrato alle esigenze specifiche;

9= implementare modelli organizzativi che consentano alle rianimazioni ed ai Centri trapianto di tutte le Regioni di attuare la donazione dopo accertamento di morte con criterio cardiocircolatorio, anche attraverso un protocollo nazionale.”

Il parere è stato redatto dal Presidente, Prof. Lorenzo d’Avack, e dalla Vicepresidente vicaria, Prof.ssa Laura Palazzani, con il supporto del Prof. Alessandro Nanni Costa, membro esterno al CNB, che è stato audito dal Comitato ed ha contribuito alla stesura del documento.

Per eventuali approfondimenti i giornalisti interessati possono contattare gli estensori del parere tramite la Segreteria del CNB al telefono 328.0465267 – email: cnbioetica@governo.it

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