Bioetica e diritti degli anziani

20 gennaio 2006

Abstract

Testo integrale

Il CNB propone in questo parere alcune riflessioni sulla condizione dell’anziano sottolineando che una bioetica “con” gli anziani è ormai assolutamente opportuna e necessaria, in quanto suscettibile di coinvolgere diversi soggetti (individui, famiglie, istituzioni, associazioni del volontariato, etc.) e capace di favorire una riflessione ad ampio raggio su una questione sociale urgente che va affrontata secondo diverse prospettive: medico-sanitaria, psico-sociale, etico-normativa e in definitiva antropologica, sia sul versante delle persone interessate che sul versante pubblico. Considerando la situazione “morale” della persona anziana, è richiamato l’art. 25 della Carta Europea dei Diritti dell’uomo in cui l’Unione “rispetta il diritto degli anziani di condurre una vita dignitosa e indipendente”, riconoscendo per la prima volta il diritto dell’anziano come soggetto.
In questo quadro il CNB ritiene auspicabile la costituzione di un “Osservatorio sulla condizione degli anziani” che provveda alla verifica di attuazione delle norme sia nazionali che internazionali che li riguardano. Sono individuati i seguenti diritti degli anziani: l’anziano è persona e come tale va rispettato; l’anziano ha diritto e dovere di promuovere le proprie risorse umane e in particolare spirituali; la società ha il dovere etico di facilitare la promozione della dignità di vita della persona anziana; l’anziano ha diritto di essere trattato secondo i principi di equità e giustizia, indipendentemente dal suo grado di autonomia e di salute.
Nella seconda parte del documento, è considerata la condizione dell’anziano non autosufficiente e la sua “fragilità” propugnando un cambiamento nel nostro sistema sanitario, attualmente orientato verso la cura (cure) anziché l’aver cura (care). Invece di un sistema diretto a estendere la durata della vita, si dovrebbe elaborare una filosofia della medicina e un tipo di assistenza sanitaria capaci di individuare un migliore equilibrio tra la medicina curativa e aggressiva (tecnologica) e quella più paziente del “prendersi cura”. La comunità è chiamata – in base al “patto sociale di cittadinanza” - ad assicurare con la maggiore ampiezza redistributiva possibile un sostegno a queste fragilità attraverso figure o istituti che possono prendersi cura dell’anziano, non tralasciando i soggetti quando raggiungono la senescenza, bensì promuovendo le risorse di cultura, di trasmissione di valori e di vissuti, di abilità e capacità attuali individuali, di spiritualità e religiosità: in tal senso può intendersi compiutamente il concetto di active aging. Il CNB chiude questa riflessione fermandosi alle soglie della malattia terminale, delle cure palliative e dell’avvicinarsi della morte.

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