Considerazioni bioetiche in merito all' "ootide"

15 luglio 2005

Abstract

Testo integrale

Il CNB affronta la questione dei c.d. “ootidi”, con particolare riferimento all’eticità del loro congelamento nel corso delle procedure di fecondazione assistita.
Il documento riassume la successione degli eventi biomolecolari che intervengono nel processo di fecondazione umana specificando che la descrizione fattuale di tali eventi è unanimemente condivisa nel CNB. Al contrario, per ciò che riguarda l’interpretazione di quei medesimi eventi, si sono manifestate due diverse posizioni etiche da cui discendono altrettanti approcci in rapporto alla tutela dell’embrione.
Il CNB si riconosce a maggioranza nelle seguenti valutazioni:
Si ritiene appropriato l’uso dei vocaboli “concepito” ed “essere umano”, che non interferiscono con ulteriori specificazioni semantiche e sono di facile comprensione nel linguaggio corrente. Si ritiene viceversa più appropriato l’uso dei termini zigote o “embrione unicellulare” in luogo delle espressioni “ovocita a 2 pronuclei” (2PN) o anche “ootide”. Si sottolinea che per una esatta comprensione delle prime fasi del ciclo vitale dell’uomo le descrizioni non debbano basarsi solo su dati morfologici, ma essere sempre corredate dalle corrispondenti analisi biochimiche e biomolecolari.
L’incontro-penetrazione dello spermatozoo nell’interno del citoplasma dell’ovocita è considerato l’evento fondamentale in quanto congiunge e “fonde” due cellule gametiche e ne fa una “unità” biologica non presente anteriormente, fornita delle strutture genetiche veicolanti l’informazione necessaria per guidare ogni stadio del successivo sviluppo. Una volta avvenuta la penetrazione si sviluppa cioè un continuum di eventi che prosegue senza necessità di ulteriori impulsi genetici esterni all’unità stessa. A sostegno del principio di continuità, sul piano filosofico, si riconosce che l'inizio della vita dell'essere umano costituisce un "salto di qualità" (un passaggio dal non essere all'essere) una volta avvenuto il quale, si danno solo modificazioni accidentali (quantitative) e non sostanziali (qualitative). Pertanto, sin dalla “penetrazione” dell’ovocita da parte dello spermatozoo sono soddisfatte le condizioni per riconoscere e garantire dignità e identità all’essere umano. Ne consegue che ogni “manipolazione” che non sia diretta al “bene” dell’essere umano su cui è compiuta, espone quest’ultimo a rischi ingiustificati. Tale giudizio deve applicarsi anche alla crioconservazione. Pertanto si suggerisce un’intensa e appropriata ricerca sulla crioconservazione dell’ovocita “non penetrato”.
Il documento riporta anche la posizione bioetica di altri membri del CNB che ritengono che la transizione dai gameti all’embrione comporta fasi biologiche distinte che, pur costituendo un continuum, non sono assimilabili sul piano ontologico. Secondo tale interpretazione i dati biologici dimostrano che ogni fase può implicare sviluppi alternativi imprevedibili, nelle prime fasi addirittura reversibili. Tali dati non sono pertanto adeguati a definire con chiarezza quale segmento dell’intero processo possa essere ritenuto cruciale per l’identificazione del momento in cui si costituisce la nuova identità individuale. Si ritiene pertanto problematico indicare nell’incontro-penetrazione dello spermatozoo nell’ovocita il momento a partire dal quale occorre proteggere in modo assoluto l’“unità” che si forma. I sostenitori di questa seconda opzione ritengono quindi che la crioconservazione degli ovociti 2PN non possa ritenersi moralmente illecita.

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