La gravidanza e il parto sotto il profilo bioetico

17 aprile 1998

Abstract

Testo integrale

Il CNB affronta le questioni etiche connesse con l’assistenza alla gravidanza ed al parto, intesi come «stati vitali» della donna e del nascituro, che appaiono degni non soltanto di una tutela riguardante la vita e la salute dei singoli, ma anche di una doverosa assistenza in campo psicologico e sociale. Il parere si sofferma su alcuni fenomeni sociali, quali, oltre al calo della natalità, il progressivo spostamento dell'età del matrimonio ed il rinvio della nascita del primogenito che, determinando un innalzamento generale dell'età della donna alla prima gravidanza, si riflettono sulle caratteristiche assistenziali che occorre proporre alla gestante. Una conseguenza di ciò è stato l'altis-simo «investimento emotivo» dei genitori nei confronti dei figli imponendosi con forza la nozione di “preziosità” della vita embrio-fetale che ha portato ad un maggior impegno nel prendersi cura della salute del bambino venuto alla luce. Questa tendenza ha determinato una medicalizzazione della gravidanza, da cui è emersa la medicina prenatale.
Il CNB affronta anche la questione delle tecniche di procreazione assistita, mettendo in rilievo le problematiche connesse al rischio sia per la madre che per il nascituro (con particolare riferimento alla prematurità e alla possibile selezione embrionaria). Il CNB si preoccupa di denunciare come l’uguaglianza cui ha diritto ogni futuro bambino, se incontrovertibile sul piano puramente etico, trova molte eccezioni nella realtà quotidiana del nascere attuale, dove l'esistenza di patologie e di eventi rischiosi sembrano capaci di condizionare se non il diritto affermato alla vita e alla ricerca della felicità, quanto meno il suo spazio di applicazione. Pertanto si auspica che l’affermazione positiva del valore della vita prevalga come conquista etica in una società tecnologia in continua crescita e che venga sempre garantito il diritto di nascere di ogni bambino e ribadito un «dovere» di tutti coloro che ne sono in grado di porgergli aiuto.
Il CNB, in considerazione di tutto ciò, ritiene opportuno affermare le seguenti conclusioni: nella terapia della sterilità e della ricerca della paternità e maternità responsabili, la profilassi dell'induzione di gravidanza multipla deve essere perseguita da personale altamente esperto ed in centri dotati di tutti i mezzi diagnostici adeguati; si conviene unanimemente nel richiedere che, nel caso di ricorso a tecniche di fecondazione in vitro e riposizione di embrioni in utero, esse siano compatibili con la potenziale sopravvivenza di tutti questi ultimi; il diritto al nascere, una volta raggiunta la capacità di vita autonoma, va riconosciuto a chiunque, essendo improponibile, sul piano etico, operare una selezione, in ordine alla sopravvivenza, fra esseri umani in base al loro grado di salute;
Il CNB ribadisce inoltre la importanza di una corretta e continuativa assistenza prenatale alla donna e al nascituro, oltre che la rilevanza di una adeguata formazione e collaborazione del personale sanitario. Il CNB raccomanda che il parto al proprio domicilio debba essere possibile soltanto in un limitatissimo numero di casi, mentre incoraggia la massima umanizzazione dell'ambiente ospedaliero; in questo contesto si ribadisce che non è accettabile l'attuale tendenza a favorire il taglio cesareo non strettamente motivato da obiettive «indicazioni» cliniche. Il Comitato, pur riconoscendo una idonea tutela giuridica della gestante e della partoriente nei confronti dell’astensione dal lavoro, sollecita il legislatore a definire più compiutamente la tutela giuridica del nascituro; il CNB infine ritiene doverose da parte della Sanità Pubblica scelte politiche di fondo che trovino nella salute della madre e del nascituro l'obiettivo primario.

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