Orientamenti bioetici per l'equità nella salute

25 maggio 2001

Abstract

Testo integrale

Il CNB, nella parte generale introduttiva del documento, si sofferma sulla definizione dell’equità (intesa come possibilità per ciascuno di raggiungere il miglior livello possibile di salute e come accesso e qualità delle cure), sulla distinzione fra equità e uguaglianza, sulle risorse per la salute (che non sono soltanto quelle monetarie, farmacologiche e professionali) e sul rapporto fra stato e mercato nell’assistenza sanitaria.
Il parere delinea il quadro della salute mondiale in relazione ai crescenti dislivelli di reddito (che penalizzano l’aspettativa di vita nei Paesi in via di sviluppo) e l’influsso di altri fattori quali le scelte politiche e sociali, l’istruzione, l’ambiente, i livelli di giustizia e solidarietà.
Il CNB sottolinea l’importanza di misure pratiche atte a ridurre le “disuguaglianze inique” nella salute attraverso la realizzazione di politiche di equità che migliorino le condizioni di vita e di lavoro, promovendo stili di vita più salubri, coinvolgendo le popolazioni e i governi locali nelle decisioni in materia di salute, valutando l’impatto sulla salute di progetti produttivi ed ambientali, diffondendo l’assistenza sanitaria di base a tutta la popolazione, e soprattutto, considerando la vita umana non come una variabile secondaria del sistema economico, ma come un valore intrinseco e come una condizione per l’espressione della libertà.
Le risorse con cui possono essere soddisfatte le esigenze di salute degli esseri umani non sono illimitate: da qui nasce un problema di equità nell’allocazione delle risorse. Si potrebbero infatti rendere necessarie delle scelte effettuate attraverso un “razionamento” delle prestazioni sanitarie che finirebbe col colpire in maggior misura le fasce deboli della popolazione come anziani e persone a bassa scolarità.
Eticamente dunque il problema più difficile rimane quello di trovare un criterio convincente in grado di orientare le scelte spesso dolorose, talora drammatiche, a cui gli operatori sanitari sono costretti, per la scarsità di fatto delle risorse disponibili.
Nella parte finale del documento, si suggerisce che, nell’individuazione degli orientamenti da perseguire, si tengano presenti le linee (principles for action) che l’OMS già dal 1990 ha espresso in tema di equità - riprese anche dalla Dichiarazione di Erice del 2001 sull’equità e il diritto alla salute - che riconoscono, per la lotta alle disuguaglianze nel campo della salute, la necessità di ridefinire una nuova tavola dei valori che dovrà regolare i rapporti tra le diverse aree di un mondo divenuto ormai globale e che possano costituire un efficace contrappeso a un’espansione mondiale della sola logica economica del profitto.

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