Principio di precauzione: profili bioetici, filosofici, giuridici

18 giugno 2004

Abstract

Testo integrale

Nella società attuale, il progresso scientifico e tecnologico è accompagnato dall’aumento dell’incertezza scientifica circa gli eventuali rischi per l’ambiente e la salute dell’uomo, degli animali e delle piante, che tale sviluppo comporta.
Il CNB dopo aver richiamato i fattori che hanno concorso a determinare il concetto di “società del rischio”, si sofferma sulle modalità con le quali la moderna ricerca tecnico-scientifica percepisce il rischio nell’ambito delle applicazioni alle attività dell’uomo e come lo affronta allorché non sia in grado di quantificarlo con sufficiente probabilità. Il CNB esamina in seguito gli strumenti sociali (filosofici, giuridici ed organizzativi) mediante i quali la società contemporanea reagisce di fronte ai rischi nell’ambito delle attività umane considerate.
Alla base dell’affermazione dell’“approccio precauzionale” o del “metodo precauzionale”, considerato come applicazione, in determinate circostanze, della virtù della prudenza a decisioni concrete, il CNB richiama il principio di responsabilità, e soprattutto la necessità di coniugare tale principio, generalmente imputato agli organi di governo, con il comune sentire sociale, al fine di identificare una nuova “governance” della società e della scienza. La richiesta dei cittadini di essere previamente informati e di partecipare alle decisioni che riguardano lo sviluppo tecnico-scientifico, pertanto, si pone in linea con l’esigenza di individuare la convergenza di volontà e di azioni tra alcune fondamentali componenti sociali: le autorità decisionali, gli esperti scientifici, l’opinione pubblica “informata”, gli operatori economici.
Il concetto di “incertezza del sapere scientifico” soprattutto nel settore delle scienze della vita, delle scienze ambientali e delle biotecnologie, e la rapidità del passaggio alle applicazioni industriali e quindi al mercato, genera profonde ambivalenze nei confronti della scienza e della sicurezza delle applicazioni delle nuove tecnologie e sull’efficienza dei relativi controlli pubblici. Il Comitato evidenzia al riguardo che l’applicazione del metodo precauzionale non deve essere intesa come un limite, ma piuttosto come uno stimolo alle attività di ricerca scientifica, al fine di eliminare o di ridurre al minimo la condizione di rischio, e quindi di fare chiarezza scientifica sull’argomento controverso In sintesi, il CNB auspica un utilizzo equilibrato, e quindi ragionevole, del principio di precauzione che possa stimolare la ricerca scientifica anche allo scopo di rendere più sicure le applicazioni industriali.
Infine, per ciò che concerne il “valore giuridico” del “principio di precauzione”, il Comitato oltre a ricordarne l’origine nel diritto internazionale dell’ambiente, il CNB richiama 1
la Comunicazione della Commissione europea del 2 febbraio 2000 e la normativa comunitaria concernente gli alimenti e mangimi geneticamente modificati. Su tali basi, il CNB sottolinea la possibile evoluzione che potrà realizzarsi in merito all’efficacia giuridica del principio di precauzione anche nell’ordinamento interno.

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