Terapia intensiva "aperta" alle visite dei familiari

24 luglio 2013

Abstract

Testo integrale

Numerosi dati suggeriscono che la promozione dell’accesso alla Terapia intensiva per familiari e visitatori non solo non è pericolosa per i pazienti, ma anzi è benefica sia per loro sia per le famiglie. In particolare l’”apertura” della TI non causa un aumento delle infezioni nei pazienti, mentre si riducono in modo statisticamente significativo tanto le complicanze cardio-vascolari quanto gli anxiety score; inoltre, i pazienti presentano indici ormonali di stress significativamente più bassi. Un ulteriore effetto positivo è rappresentato dalla netta riduzione dell’ansia nei familiari. Ad esempio, madri di bambini ricoverati in TI “aperte” hanno indici di stress più contenuti di quelle di bambini nelle TI con “accesso limitato” .
È necessario quindi che l’organizzazione delle terapie intensive anche in Italia si adegui al modello della “terapia intensiva aperta”, recuperando il divario rispetto ad altri Paesi in Europa e in America che già da tempo si sono orientati con successo in questa direzione. Il parere chiarisce peraltro che TI “aperta” non significa affatto TI “senza regole”, ed è utile e necessaria una disciplina che permetta di organizzare le aperture in modo da salvaguardare anche gli altri valori in gioco. Il parere pone quindi in evidenza anche il problema delle norme di condotta che gli stessi visitatori debbono rispettare per mantenere ordinato, rispettoso dei luoghi e delle persone e proficuo l’accesso agli ospedali e alle terapie intensive in particolare.

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