Chimere ed ibridi, con una riflessione particolare sugli ibridi citoplasmatici

26 giugno 2009

Abstract

Testo integrale

Il parere del CNB riflette in modo approfondito e accurato le opinioni dei membri del Comitato in merito alle questioni bioetiche sollevate dalla produzione di ibridi e chimere, ma soprattutto dalla produzione di ibridi citoplasmatici (cibridi), ottenuti attraverso la tecnica di trasferimento del nucleo di una cellula umana somatica in una cellula uovo animale privata del nucleo, ma nella quale restano presenti i mitocondri animali. Questa tecnologia è stata oggetto di ampio dibattito in Gran Bretagna a seguito dell’autorizzazione data dalla Human Fertilisation and Embryology Authority (HFEA) a realizzare tale esperimento. Si tratta pertanto di un tema di attualità che il CNB ha ritenuto rilevante discutere anche a fronte del divieto di tali pratiche da parte della legge 40/2004 (Norme in materia di procreazione medicalmente assistita).
Diverse le vicende etiche di enorme rilevanza che risultano coinvolte a seguito di questi nuovi metodi di intervento: alcune riguardano la valutazione della ricerca scientifica e delle ragioni che vengano addotte a difesa della sua praticabilità; altre si riferiscono alla questione dell’identità dell’uomo e della specie umana in considerazione della produzione in laboratorio di nuove entità mescolanti materiale genetico umano e animale. Questo esame ha inoltre dovuto tener conto della questione se gli ibridi citoplasmatici siano embrioni umani o se la presenza del Dna mitocondriale di origine animale li renda non umani, una questione che non ha ancora trovato una risposta condivisa nel mondo scientifico.
All’interno del Comitato sono emerse diverse opinioni, alcune contrarie a tale ricerca, altre favorevoli seppure con un atteggiamento di prudenza, tutte presentate in modo ampio e argomentato.
Alcuni membri del Comitato hanno sollevato problemi bioetici nel momento in cui gli organismi creati risultano di identità incerta, in quanto portano al superamento delle barriere tra le specie umana e le specie animali. Pertanto, non hanno ritenuto eticamente accettabile un esperimento scientifico come questo che altera l’identità dell’essere umano e della specie umana, anche se effettuato in nome di un possibile aumento delle conoscenze che da questa ricerca potrebbero derivare. Questi stessi membri auspicano la sospensione della produzione di ibridi uomo-animale e, solo se adeguatamente giustificate, l’utilizzazione di tecniche di ricerca alternativa, come ad esempio, l’ibridazione tra specie animali diverse, che pure richiede una attenta e adeguata valutazione bioetica.
Altri membri del CNB, ritenendo che la scarsa giustificazione di esperimenti sul piano delle evidenze scientifiche non ne implichi la immoralità e non aderendo alla tesi dell’assoluta tutela dovuta all’embrione ai primissimi stadi di sviluppo (si sottolinea la circostanza che i cibridi sono destinati a non svilupparsi), non hanno condannato la produzione di questi ultimi. L’osservazione empirica, da un lato, che i cibridi sono destinati a non svilupparsi e dall’altra l’auspicio di un controllo trasparente e rigoroso di questo tipo di esperimenti, spingono questi membri a considerare sotto il profilo bioetico più condivisibile questo genere di ricerca che non una sua aprioristica condanna fondata su una applicazione troppo limitativa del principio di precauzione.

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