5 maggio 1991
Il parere analizza gli aspetti bioetici inerenti alla raccolta ed al trattamento del liquido seminale umano per finalità diagnostiche e terapeutiche relative alla persona, senza entrare nel merito della discussione etica sulla fecondazione assistita. Il tema ha assunto particolare rilevanza grazie alla crescente attenzione rivolta al problema della sterilità maschile, che nel passato è stato misconosciuto scientificamente o rifiutato culturalmente.
Il CNB sottolinea in via preliminare che, nonostante questa mutata consapevolezza scientifica e culturale, spesso si ammette la componente femminile della coppia alle procedure di fecondazione assistita, prima e indipendentemente dall’aver esperito i necessari procedimenti diagnostico-terapeutici volti a migliorare la spermatogenesi. In questo senso la fecondazione assistita non rappresenta la cura della sterilità maschile, ma eventualmente la cura della sterilità di coppia, mentre il vero stato patologico di base, cioè la dispermia, non viene trattato.
La raccolta del seme per masturbazione può comportare problemi e perplessità di ordine psicologico e morale, oltre che religioso. Pur riconoscendo l’estraneità morale dell’operatore sanitario rispetto al problema della raccolta del seme, si richiede il pieno rispetto delle convinzioni etiche e religiose e della dignità personale del paziente. Deve essere pertanto garantita un’informazione completa sulle varie metodiche di raccolta del seme scientificamente valide, alle quali il paziente deve comunque dare il proprio consenso.
Quanto al trattamento del seme, il Comitato ritiene doverosi gli accertamenti preliminari volti ad accertare la qualità del seme e ad escludere la presenza di agenti nocivi, quali batteri o virus. Si raccomanda inoltre di sottoporre il liquido seminale a prove idonee ad assegnare un indice di fecondabilità, per evitare di intraprendere senza ragionevoli possibilità di successo procedimenti di fecondazione onerosi, talora clinicamente rischiosi e spesso psicologicamente frustranti. Per alcuni membri del CNB, a partire dalla considerazione dell’embrione umano come soggetto sin dal concepimento, è eticamente problematica la fecondazione di ovociti umani al solo scopo diagnostico, senza cioè che il prodotto di tale fecondazione sia destinato al trasferimento in utero. Il Comitato ritiene non etici i test di ibridizzazione e i procedimenti di fecondazione interspecie. E comunque ritenuta doverosa la tutela della libertà del medico di rifiutarsi per motivi personali di eseguire alcune metodiche relative all’esame spermatico.
Il documento reca in appendice il parere approvato dalla Commissione Santosuosso, che dichiara l’illiceità degli esperimenti di fecondazione interspecifica, e il parere opposto di un gruppo di minoranza di quella stessa Commissione, che ammette la liceità di questo tipo di esperimenti a patto che lo sviluppo dell’embrione ibrido venga arrestato nei primi stadi di sviluppo.