Diagnosi prenatali

18 luglio 1992

Abstract

Testo integrale

Il Comitato Nazionale per la Bioetica pone al plurale il titolo di questo parere, perché diverse e numerose sono le diagnosi esperibili durante la vita prenatale, con una grande varietà di indicazioni e di tecniche da mettere in atto con il consenso informato della gestante. La prima parte del documento è pertanto dedicata all’analisi di tali tecniche, suddivise in invasive e non invasive, con una particolare attenzione alle tecniche di diagnosi pre-impianto e alla consulenza genetica che dovrebbe accompagnare le donne che decidono di utilizzare questo tipo di esami diagnostici.
La seconda parte del documento riguarda invece le implicazioni etiche delle diagnosi prenatali e sottolinea l’importante influenza che essa esercita sui sentimenti, le attitudini, i comportamenti nei confronti della gravidanza, non solo nella madre, ma anche nei familiari e negli operatori sanitari. Ci sono poi gli aspetti medico legali, legati alla valutazione del rapporto tra rischi e benefici, soprattutto per quanto riguarda le tecniche invasive di diagnosi prenatale e preimpianto.
Complessivamente, il giudizio sulla diagnosi prenatale risulta positivo, perché alle possibilità diagnostiche si possono associare possibilità terapeutiche, che portano il nascituro ad essere un vero e proprio paziente. Tuttavia, negli ultimi decenni è aumentato il successo della gravidanza, quindi è diminuita la tolleranza circa l’incertezza del suo esito. Il parere sottolinea che la diagnosi prenatale è propriamente prevenzione quando favorisce una pronta correzione dell’anomalia rilevata, mentre non lo è se finalizzata esclusivamente a valutare l’opportunità di interrompere la gravidanza.
A causa delle rilevanti implicazioni etiche che la diagnosi prenatale comporta, tale percorso diagnostico dovrebbe essere accompagnato da un’appropriata consulenza genetica, che fornisca informazioni sulle caratteristiche del test, ma anche sulle implicazioni dei suoi possibili risultati e sostenga la donna e la famiglia dal punto di vista psicologico. Gli aspetti più importanti sui quali si dovrebbe soffermare la consulenza genetica riguardano l’affidabilità della tecnica, il rischio biologico per la madre e per il feto, le finalità dell’indagine e i vantaggi e gli svantaggi che ne derivano. Le implicazioni etiche e psicologiche comportano che una diagnosi prenatale, anche se non invasiva e a basso rischio, non possa prescindere dal consenso informato della gestante.
Problematica è anche la valutazione etica della diagnosi preimpianto, condizionata dalle diverse concezioni in merito allo statuto dell’embrione umano non ancora impiantato, che secondo alcuni è persona in senso pieno, mentre per altri non lo è. Quest’ultima posizione porta a considerare lecita la selezione degli embrioni da impiantare in utero e quindi la distruzione degli embrioni che rischiano di sviluppare gravi malformazioni.

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