19 luglio 2013
Il Comitato affronta la questione bioetica dei gemelli congiunti. Pur riconoscendo la complessità e variabilità dei singoli casi, discute due situazioni principali, con riferimento ai neonati/minori.
Una prima condizione è quella in cui non è in pericolo imminente la vita dei gemelli, mentre l’intervento di separazione, sebbene sia possibile tecnicamente, risulta altamente rischioso per la vita di uno o di entrambi. Il documento delinea due prevalenti linee di pensiero: la linea di chi, richiamandosi al valore della vita umana, ritiene che nella misura in cui un’operazione chirurgica non sia necessaria, essa non sia eticamente giustificata; la linea di chi, sulla base di diversi argomenti, ritiene lecito eticamente un intervento chirurgico di separazione anche ad elevato rischio, purché fornisca speranze, ancorché esili, di successo.
Una seconda condizione è quella in cui, sulla base di un’obiettiva valutazione clinica suffragata da dati empirici, si evidenzia la certezza dell’imminente e grave pericolo di vita di entrambi i gemelli. Si delineano anche in questo ambito diverse linee di pensiero: alcuni ritengono che la scelta di non intervento da parte dei genitori sia giustificabile, sulla base di diverse linee argomentative; la ampia maggioranza del Comitato ritiene che a fronte di un apprezzabile e ragionevole previsione di un esito salvifico per uno dei due gemelli, l’intervento di separazione sia doveroso, anche se comporta la morte di uno dei due gemelli.
Nelle conclusioni il documento delinea alcune indicazioni quale contesto di riferimento per favorire decisioni eticamente complesse sul piano clinico, che si richiamano alla promozione della ricerca e della formazione del personale sanitario, alla rilevanza di una adeguata informazione e supporto psicologico ai genitori, al dovere di non intervenire in caso si configuri un accanimento sperimentale, al ruolo del comitato etico, al dovere di confidenzialità.
Il Comitato ritiene che nel caso degli adulti, la volontà dei gemelli va considerata identica a quella di ogni adulto competente, anche con riferimento alla scelta di sottoporsi alle cure sperimentali o di rifiutare le terapie.