I comitati etici

27 febbraio 1992

Abstract

Testo integrale

Il CNB ritiene i Comitati etici un’importante strumento di studio e promozione dei principi etici appropriati per l’esercizio della medicina sperimentale e di quella più prettamente assistenziale. Il ruolo svolto dai Comitati etici può riguardare sia la tutela dei diritti del malato, esercitata nel rispetto delle competenze professionali, sia la formazione del personale sanitario.
Il parere ritiene auspicabile la costituzione di due tipologie di Comitati etici, l’una ad un livello periferico e l’altra ad un livello regionale, con funzioni differenti. I Comitati locali dovrebbero essere interpellati obbligatoriamente, a titolo consultivo, per la definizione di protocolli di ricerca biomedica, compresa la sperimentazione sull’uomo e dovrebbero avere una composizione flessibile, a seconda delle esigenze della struttura sanitaria e della comunità locale. I Comitati regionali dovrebbero invece fungere da organi di consulenza per la Giunta ed il Consiglio Regionale, per tutte le iniziative sanitarie della Regione, per l’attività legislativa regionale e l’attività amministrativa attinente al campo dell’assistenza e della ricerca sanitaria. Di particolare rilievo appare l’analisi della natura giuridica dei Comitati etici, che in linea di principio possono essere considerati associazioni non riconosciute. Il parere sollecita tuttavia un intervento legislativo che renda
obbligatoria l’istituzione di questi organismi, al fine di conferire razionalità all’organizzazione dei Comitati etici e autorevolezza ai pareri che essi esprimono. Al legislatore non è esclusa la possibilità di prevedere l’istituzione di Comitati etici nella forma
di organi collegiali amministrativi, operanti presso la direzione sanitaria delle aziende ospedaliere, o presso la direzione scientifica degli istituti di ricerca.

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