I disturbi della differenziazione sessuale nei minori: aspetti bioetici

25 febbraio 2010

Abstract  Testo completo

Il CNB si occupa in questo documento delle patologie - che si possono manifestare nei bambini con diversi livelli di gravità e di frequenza - di ‘ambiguità sessuale’ (detti anche
stati di ‘intersessualità’), ossia di sviluppo non armonico delle diverse componenti del sesso (genetico, gonadico, ormonale, fenotipico), ove risulta difficile per il medico e per i
genitori ‘assegnare’ fin da subito il sesso maschile o femminile.
Il parere, dopo un inquadramento storico e clinico del problema e dopo un’analisi delle linee guida bioetiche internazionali, esprime le seguenti raccomandazioni: 1) ogni
intervento medico deve avere come obiettivo quello di armonizzare elementi di disarmonia sul piano fisico-psichico e sociale; 2) il medico deve porre particolare attenzione a livello
diagnostico (sin dall’epoca prenatale) ad ogni segnale obiettivo al fine di individuare, precocemente, opportuni percorsi terapeutici; 3) ogni intervento sul corpo deve essere
guidato dal principio del miglior interesse del bambino, evitando mutilazioni non necessarie (ammissibili solo in condizioni di urgenza, con attenzione - nella misura del possibile – alla conservazione della fecondità potenziale e delle condizioni per una possibile attività sessuale soddisfacente), ritenendo preferibile attendere che il soggetto raggiunga una
maturazione che consenta di esprimere il consenso; 4) la famiglia e lo stesso minore (se in condizioni di comprendere) vanno adeguatamente sostenuti psicologicamente e la
comunicazione deve essere attenta e graduale, con una appropriata consulenza; 5) la ricerca in questo campo e gli studi a lungo termine devono essere incentivati, assicurata
l’equità di accesso alle più avanzate metodiche diagnostiche e strumentali e garantita una adeguata formazione del personale sanitario; 6) nei ‘casi difficili’ ed eccezionali, dove
mancano indicazioni obiettive per l’assegnazione sessuale, i genitori insieme al medico devono fare una scelta condivisa ed educare il bambino come maschio o femmina,
ponendo comunque particolare attenzione all’emergere di inclinazioni spontanee (evitando una educazione ‘neutra’ che potrebbe avere imprevedibili conseguenze psicologiche e
sociali); 7) in tali casi, si ritiene opportuno che l’attuale normativa italiana che regola la dichiarazione del sesso alla nascita sia integrata con una “annotazione” riservata, fondata
su rigorosa e completa certificazione medica della patologia di cui soffre il neonato, così da consentire in seguito – se del caso – una rettificazione dell’indicazione anagrafica attraverso una procedura più semplificata rispetto a quella prevista dalla legge vigente sulla rettificazione sessuale che richiede il trattamento medico chirurgico.

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