L'alimentazione e l'idratazione dei pazienti in stato vegetativo persistente

30 settembre 2005

Abstract

Testo integrale

Dopo aver definito lo SVP – distinguendolo dal coma e dallo stato terminale di un male incurabile –, il CNB rimarca come le persone in tale condizione non necessitino di norma di tecnologie sofisticate, costose e di difficile accesso, ma di cura, intesa soprattutto come care.
Il CNB ribadisce che uno stato patologico, anche di estrema gravità, non può alterare la dignità delle persone affette e la pienezza dei loro diritti tra cui quello alla cura. La vita umana, infatti, va considerata un valore indisponibile, indipendentemente dal livello di salute, di percezione della qualità della vita, di autonomia o di capacità. Conseguentemente, qualsiasi distinzione tra vite degne e non degne di essere vissute è da considerarsi arbitraria.
Il CNB afferma che idratazione e nutrizione di pazienti in SVP vanno ordinariamente considerate un sostentamento vitale di base indispensabile per garantire le condizioni fisiologiche di base per vivere. Pertanto sono atti dovuti eticamente (oltre che deontologicamente e giuridicamente). E’ da considerarsi irrilevante la modalità dell’atto che si compie rispetto alla persona malata.
Anche nel caso in cui si riconoscesse a tali atti la natura di trattamenti medici, il giudizio sull'appropriatezza e idoneità degli stessi dovrebbe dipendere solo dall'oggettiva condizione del paziente (cioè dalle sue effettive esigenze cliniche misurate sui rischi e benefici) e non da un giudizio sulla sua qualità di vita, attuale e/o futura.
La sospensione di tali pratiche va dunque valutata non come la doverosa interruzione di un accanimento terapeutico, ma piuttosto come una forma di “abbandono” del malato. Unici limiti obiettivamente riconoscibili al dovere etico di nutrire la persona in SVP sono la capacità di assimilazione dell’organismo o uno stato di intolleranza clinicamente rilevabile collegato all’alimentazione.
Il parere contiene inoltre alcune considerazioni in merito alla possibilità che un soggetto, nel redigere le cosiddette Dichiarazioni anticipate di trattamento, vi inserisca la richiesta di sospensione di alimentazione e idratazione, nella previsione di una sua futura condizione di SVP. Il CNB ritiene la formulazione di questa richiesta lecita, pur sottolineando l’estrema difficoltà di prevedere le modalità specifiche del futuro realizzarsi di eventi così particolari. In merito ai criteri etici fondamentali ai quali riferirsi in questi casi, il CNB richiama quanto già espresso nel precedente documento sulle Dichiarazioni anticipate di trattamento (2003).
Il documento è corredato da una nota integrativa con cui altri membri del CNB si esprimono favorevolmente rispetto all’ipotesi di sospensione dell’idratazione e della nutrizione a carico di pazienti in SVP, in determinate circostanze e con opportune garanzie. Sono inoltre pubblicati due postille che integrano il testo con ulteriori argomentazioni.

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