16 gennaio 1998
Il CNB affronta i problemi di natura bioetica sollevati dalla convivenza di una pluralità di etnie in uno stesso territorio con particolare riferimento all’impatto dei flussi migratori sul contesto sanitario, terapeutico ed assistenziale. Il parere sottolinea come in una società multietnica il primo principio che deve guidare la riflessione e la prassi bioetica è quello del rispetto dell'essere umano, indipendentemente dall'appartenenza culturale o etnica. E' il principio dell'uguaglianza che è auspicabile sia condiviso da tutte le culture. Il principio di uguaglianza va integrato con il principio di differenza, ossia del rispetto della specificità di ogni cultura.
Si confuta da un lato l’approccio assimilazionista (che intende l’uguaglianza nel senso di omologazione di ogni cultura alla cultura ritenuta dominante) e dall’altro quello separatista (che intende la differenza come tutela della specificità di ogni cultura), proponendo l'integrazione dei due principi (uguaglianza e differenza) alla luce del riconoscimento di valori comuni, di cui il primo è la dignità di ogni individuo umano e il secondo è l'appartenenza a uno Stato, e più in generale a una comunità politica democratica. Il CNB si sofferma sulla non discriminazione nell'accesso ai servizi socio-sanitari di prevenzione, diagnosi e cura che debbono essere garantiti a tutti, italiani e stranieri, anche se si tratta di immigrati clandestini e irregolari. Si richiama l’obbligo a garantire il diritto alla salute e i principi di solidarietà e sussidiarietà, che prescrivono di assistere il più debole e bisognoso.
Nell’ambito della relazione tra l'operatore sanitario e il paziente, si sottolinea il principio del rispetto della dignità di ogni uomo nella sua specificità culturale, purché essa non sia in contrasto con i principi di democrazia e di laicità dello Stato. Per tale motivo, ad avviso del CNB, le richieste di procedere a mutilazioni o lesioni del corpo umano con finalità non terapeutiche non dovrebbero essere accolte.
Il CNB ritiene fondamentale la formazione del personale sanitario e dei servizi sociali al fine di promuovere una coscienza bioetica orientata alla comprensione di culture diverse e a favorire una relazione dinamica meta-culturale in grado di accelerare quel processo di graduale, convinta assimilazione che costituisce l'unica speranza per una pacifica convivenza.